Magister musicaeScuola di musica metodo russo

Sofia Gubaidulina: in note i “perché” del nostro tempo

Una nuova composizione per la Filarmonica del Regio di Torino 2014 «Lei mi chiede perché ho chiamato questo mio lavoro Perché?»

83 anni, Leone d’oro alla carriera della Biennale Musica 2013, massima compositrice russa vivente, la Gubaidulina è nella hall del suo albergo torinese, al termine della prova d’orchestra. Parla russo e tedesco, un po’ d’inglese, qualche parola d’italiano. Prende la prima pagina de La Stampa di ieri e adesso è lei a chiedere, sommessamente gridando: «Perché viene abbattuto un aereo in Ucraina e muoiono così tante persone? Perché questa ennesima guerra, questa strage tra Palestina e Israele? Perché il massacro della Siria? La nostra società è piena di cose incomprensibili e questa domanda oggi è assillante».

In Warum? la domanda vive nel dialogo tra tre entità: «I due solisti e l’orchestra. È una conversazione molto contrastata, anche violenta, antagonista, che si placa per alcuni momenti di pace e poi riprende, inseguendo una risposta che sfugge». È un brano di circa trenta minuti, che chiama tutti gli interpreti e il direttore Andres Mustonen ad una tensione costante. «Ci sono due forme di tempo - dice Gubaidulina -. Il tempo della mia fantasia e quello del mio metronomo; cerco di farli andare d’accordo, ma non sempre vi riesco e quando la fantasia vola, non mi va di farla atterrare. Come due strade che a volte si incontrano, altre no».

A lungo osteggiata dal regime sovietico, che giudicò la sua musica «irresponsabile», difesa da Dimitri Sostakovic, oggi la compositrice vive a Appen-Unterglinde, nella campagna tedesca: «Due strade e i campi, nient’altro. Lì trovo la pace, non sopporto più le città. Questa nuova creazione viene dopo 4 anni di silenzio: «Avevo smesso per stanchezza, per paura della routine. Avevo bisogno di compensare le energie, di silenzio e di attesa. Poi è venuto il momento di ricominciare a scrivere».

Sandro Cappelletto